Questa è la newsletter di Orlando Pizzolato, sottolineando che "noi tutti sappiamo che, con l'abitudine di allenarci alla solita ora, sviluppiamo adattamenti con i quali siamo in grado di esprimere il nostro migliore rendimento. È quando cambiamo l'orario in cui sosteniamo un determinato sforzo che mandiamo in crisi il corpo, specialmente se siamo impegnati ad esprimere il massimo potenziale. Nelle precedenti occasioni avevo riportato come si può modificare il numero, le dimensioni e le funzioni di questi organelli con specifici allenamenti. Questa volta parlo dell'alimentazione e della sua possibile influenza su queste centraline energetiche. Per favorire la produzione di energia che avviene all'interno dei mitocondri grazie all'azione di specifiche proteine, sono numerosi gli studi che evidenziano la positiva efficacia dei cosiddetti flavonoidi. Queste sostanze hanno in genere un'azione antiossidante, con la epicatechina che favorisce però anche l'attività della cosiddetta “catena di trasporto degli elettroni”, una serie di reazioni che determina la produzione di energia. L'aspetto particolarmente positivo è che alcuni ricercatori hanno usato il cacao e il cioccolato fondente come fonte di epicatechina.
Usando sempre il “cioccolato fondente” (epicatechina), un altro studio ha riportato che la catena di trasporto degli elettroni si è mantenuta particolarmente attiva anche durante un periodo in cui i soggetti studiati hanno ridotto il carico di allenamento del 30 e del 50%. Questo però non evidenzia che pure il rendimento sul campo sia rimasto inalterato; si tratta semplicemente di una rilevazione da laboratorio. Gli autori della ricerca evidenziano che sarebbe interessante procedere anche con una sperimentazione specifica direttamente sul rendimento prestazionale. Gli stessi ricercatori hanno provato ad utilizzare un'altra sostanza ben nota, gli omega-3, per verificare se anche in questo caso la respirazione mitocondriale possa favorire una maggiore produzione di energia. Da loro è arrivata la conferma positiva relativamente all'assunzione, per due mesi, dell'olio di pesce, e nello studio in questione è stato evidenziato che gli omega-3 aumentano anche il recupero muscolare durante un corrispondente ciclo di otto settimane di allenamento.
Un altro aspetto interessante dei mitocondri riguarda il fatto che non sono sempre in piena attività durante la giornata. Trattandosi di elementi che hanno una loro vita, per questi organelli c'è anche la necessità di riposare e, come gran parte delle nostre funzioni, il momento di ridotta attività dei mitocondri è la notte. Il picco della loro efficienza avviene nel pomeriggio, ma ciò non è correlato alla fase in cui il nostro corpo è invece nella situazione più favorevole per la maggiore produzione di energia, che al mattino è superiore del 40%. Bisognerebbe quindi riuscire a fare coincidere il momento di maggiore efficienza nella respirazione cellulare, con la fase in cui il corpo è maggiormente predisposto a produrre energia.
In pratica, sarebbe favorevole allenarsi sempre al mattino proprio per ottimizzare la capacità energetica dei mitocondri. Questi organelli dispongono anche di un proprio “orologio” interno che si autoregola in relazione a determinati stimoli. Si è visto che, se adeguatamente sollecitati (da specifici “raggi di luce” che ne attivano le funzioni), la loro attività si adegua. In genere però il momento migliore per svolgere gli sforzi di alta intensità, vale a dire per ottenere il miglior rendimento, è allenarsi al mattino.
Nel pomeriggio sono invece favoriti gli sforzi di bassa intensità.

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 marzo 2024 alle 06:40
Autore: Redazione Tuttorunning
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